venerdì 7 gennaio 2011

Lettera aperta

Ricorderete certamente, molti di voi, Franco Alfarano, il sacerdote che ha segnato per molti di noi momenti importanti della nostra vita nell’ambito della comunità della Chiesa di San Carlo alle Mortelle.
Come non ricordare le omelie domenicali oppure quelle Natalizie e Pasquali tanto attese e tanto affollate.
Una intelligenza non comune, un uomo di Fede e di cultura, uno studioso  che,  dopo aver fatto scelte diverse,  non ha mai dimenticato quanti hanno condiviso momenti di impegno comune.
In occasione del Natale mi ha inviato una lettera aperta che alcuni già hanno ricevuto e che ora ritengo utile, anche in accordo con lo stesso autore, di rendere partecipi gli altri che seguono questo neo-nato blog.
Nel frastuono di questo scorcio di festività che ancora restano , vi invito a dedicarvi cinque  minuti di riflessione che, credo, non guastino.


Vi chiedo innanzitutto di perdonarmi perché non vi invio gli auguri di Natale e Capodanno con parole formali e di circostanza. Voi tutti ben sapete che le festività di questi giorni sono, a dir poco, difficili per noi tutti indistintamente, non solo nella nostra società e nella nostra nazione, ma anche nel mondo intero, per la gravissima crisi economica, sociale ed umana. In tale momento storico è difficile mandare auguri: non ha alcun senso e alcun valore. È invece opportuno scrivere, pensare, riflettere ed agire. Capirete dunque, miei carissimi, chiassosi e chiassose della Salute, della Cesarea e di San Carlo, giovani e adulti contemporaneamente, vaccinati dalla vostra esperienza, perché vi scrivo questa breve lettera aperta per il Natale 2010 ed il Capodanno 2011, che spero vi sia gradita.

È una lettera questa che manifesta una profonda tristezza del mio spirito, ma certamente anche un’infinita serenità ed una grande speranza. La mia tristezza viene dal constatare che, a differenza degli anni precedenti, ho potuto vedere, osservare e sentire che tante persone, oggi, non riescono a comprare nemmeno un po’ di frutta, perché costa molto, e che tante famiglie non riescono a far quadrare i conti per arrivare alla fine del mese. La disoccupazione è cresciuta notevolmente, il livello della povertà è estremamente preoccupante, mentre i ricchi diventano sempre più ricchi. I nostri figli non trovano lavoro, non possono realizzarsi nella società civile.
La politica e la società sono corrotte. In Italia, una buona parte di parlamentari è formata da indagati, condannati e mafiosi; l’illegalità è diventata cosa normale. L’immoralità è diventata normale e di conseguenza le famiglie si dividono e si distruggono. Oggi tutto è lecito, questa è la realtà; tutto si può fare, purchè ci sia il denaro ed il potere per  condizionare e sottomettere il proprio simile.
Credo che questo sia, se ben ricordo, il Natale più triste della mia vita. Ricordo il Natale durante la guerra, quando avevamo tanta fame e tanti pericoli per la nostra vita e nonostante ciò andavamo in Chiesa per cantare, pregare e gioire la nascita di Gesù alle ore 17.00 e non a mezzanotte, per evitare i bombardamenti. Allora, nonostante la sofferenza soffrivamo, ma con grande fede imploravamo al Signore la pace e la salvezza di tutti e sentivamo la certezza che il Signore ci avrebbe ascoltato. E così avvenne.
Ma oggi?
In questo Natale del 2010 così difficile ed oscuro riteniamo noi tutti, uniti nell’amore, nel servizio e nella grande fede, che la speranza non sia perduta e che la salvezza sia vicina?
Penso che nella confusione, nel disagio e nella sofferenza, l’uomo del nostro tempo stia vivendo un nuovo dramma della sua esistenza.
Ma il dramma è anche di Dio, che per mezzo di Gesù cerca tante pecore perdute, come furono Paolo di Tarso o Agostino di Ippona ed altri, che si salvarono nella Verità e nell’Amore.
L’Incarnazione del figlio di Dio, anzi Dio stesso che si fa uomo per mezzo della Vergine Maria e che si chiama Gesù per entrare nella storia di ciascun uomo, dell’umanità intera, è l’evento più grande e straordinario che sia mai avvenuto e che mai avverrà.
Egli esisteva prima del tempo e della storia. Egli esisteva prima della creazione dell’uomo, del mondo e dell’universo. Egli esisteva già nel “Principio”, cioè da sempre. Egli esisteva, anzi, con il Padre diede inizio alla creazione della stessa esistenza della Terra e dell’intera umanità.
Egli è veramente la Luce per gli uomini, che non è una luce superficiale, ma nemmeno una luce naturale, ma la Vera Luce di Dio, quella Luce che all’inizio della creazione, quando disse “sia fatta la luce”, Egli in realtà già vedeva in Se’. È la stessa Luce che illumina tutti gli uomini nello Spirito; è quella Luce indispensabile affinchè ogni vero uomo, aperto e responsabile, si metta nella direzione della salvezza.

Altro che il bambino Gesù che portiamo in processione e depositiamo nel presepe di sughero e creta e che mettiamo da parte per mangiare e dimenticare, ma il vero Figlio di Dio che viene riconosciuto come i Magi lo riconobbero nella Fede. E’ questo l’evento straordinario da meditare ed approfondire con fede e con amore. Non dobbiamo però dimenticare che al momento della creazione, al Principio, Egli disse: “Facciamo l’uomo”, fece un soffio potente divino e l’uomo ebbe la vita e la gioia.
La vita dell’umanità nella sua intera esistenza dal Principio fino ad oggi si è moltiplicata e nonostante tutto continuerà ancora; ne vivremo una prova ogni qualvolta sentiremo o vivremo che nascerà qualche bambino. La gioia che abbiamo sentito nel momento in cui abbiamo visto nascere i nostri figli è stata veramente immensa, ed è certamente la stessa che ha provato il nostro Creatore quando vide il primo uomo e la prima donna: fu felice, e li condusse in un giardino meraviglioso e stupendo.
E così nel tempo opportuno nascemmo anche noi. Nacqui prima io, ma successivamente anche voi, voi tutti, miei chiassosi e brillanti allora bambini, ma oggi adulti e con mogli, figli e nipoti. Il Signore ha voluto che anch’io avessi una moglie e due figli e tutti insieme, anche se non ci vediamo sempre, siamo vicini nella fede, nell’Amore e nel servizio e preghiamo ed operiamo nel nostro lavoro in questo tempo triste e difficile, ben ricordando che chi è veramente giusto (chi si è messo nella direzione di Dio), vive e vivrà per sempre in Lui.
Il Figlio del Dio Vivente, pur sapendo di esserlo, mise da parte il proprio essere Dio per farsi uomo, povero, indifeso e respinto da tutti. I primi uomini che furono chiamati da Dio per vederlo, furono i pastori, uomini poveri, disprezzati e sconosciuti, ed in quella occasione gli Angeli cantavano: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
Il Figlio del Dio vivente che con grandissima umiltà è nato sulla Terra, ha messo da parte il suo essere Dio e si è fatto uomo…come noi tutti…tranne che nel peccato. Ecco perché gli angeli cantavano il Gloria a Dio, per l’evento unico e straordinario dell’Incarnazione: Dio si è fatto Uomo, Dio ci ha ridato la nostra dignità umana, anzi, si è abbassato, ponendosi al nostro servizio per salvare, per essere il Salvatore per sempre.

E tutto questo è stato fatto per un unico motivo: l’Amore.

Il canto degli angeli a Betlemme continua dicendo: “Pace agli uomini che egli ama”, pace tra gli uomini allontanatisi da Dio e riuniti a Lui per mezzo di quel bambino appena nato per indicare la strada per ritornare a Lui, perché ama tutti indistintamente, tutti noi uomini buoni e cattivi.
Ecco perché Gesù dirà un giorno: “Dio ha tanto amato il mondo, perciò ha mandato il Figlio Suo”.. Egli è venuto nel mondo, ma i suoi non l’hanno accolto allora e  non lo accolgono neanche oggi.  Alcuni però hanno creduto in Lui, ed a questi Dio ha fatto il dono (grazia = dono gratuito) di diventare figli di Dio (= cristiani, credenti).
Questa è la nostra fede, questa è la fede che , come dono, noi tutti abbiamo ricevuto; questa è la fede che avete ricevuto attraverso il Vangelo. E’ la stessa fede che allora da ragazzi vi ho insegnato e donato come il latte ai bambini (in modo semplice), quando eravate chiassosi e gioiosi. È la stessa fede che come un pezzo di pane vi offro oggi che siete adulti e vaccinati, per pensare, meditare, operare ed agire. E’ lo stesso pezzo di pane che offro ai miei figli e che ho ricevuto da mia moglie che condivide con me.
È la stessa fede solida e sicura che ci fa crescere, credere e sperare di andare avanti in questo Natale così triste, oscuro e difficile e che ci fa sentire nello Spirito queste parole di Gesù:
“Così ho sconfitto il mondo”.
“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”
E se vi è qualcuno che ha qualche difficoltà, può rivolgersi a Lui ricordando una promessa eterna:
“Vi manderò il mio Spirito, lo Spirito Santo che sarà sempre con voi per consolarvi nella sofferenza. Egli vi illuminerà nella Verità e vi renderà liberi”.
Ricordandovi tutti infine, che come Gesù è venuto per la prima volta, ritornerà certamente visibile a tutti.
Egli apparirà presto, nella sua magnificenza e trasformerà ogni nostro lamento e pianto di gioia. E’Lui quello che può aiutare; manteniamo pronte le nostre lampade e restiamo sempre attenti nell’attesa, perché egli sta per venire. 

Vi saluto e vi abbraccio fraternamente

Franco

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