giovedì 31 luglio 2014

Campania su web, Enrico Nocera racconta San Carlo alle Mortelle


San Carlo alle Mortelle: i cittadini si riprendono un pezzo di storia


A cinque anni dal crollo che la rese inagibile, la chiesa Secentesca del centro storico napoletano vedrà finalmente assegnati i lavori di restauro e ristrutturazione. Centrale il ruolo di cittadini e associazioni riuniti intorno al blog “SanCarloAlleMortelle”: «Il nostro obiettivo è quello di essere da pungolo alle istituzioni perché si recuperi l’identità storico-culturale di una città unica al mondo»

San Carlo alle Mortelle: i cittadini si riprendono un pezzo di storia


Sono passati quasi cinque anni. Il 23 settembre 2009, intorno alle 4 di mattina, il pavimento Settecentesco della chiesa di San Carlo alle Mortelle, a due passi dal corso Vittorio Emanuele e dai Quartieri Spagnoli, crollò, aprendo una voragine di circa 10 metri. Furono evacuate circa settanta famiglie dai bassi e edifici circostanti, tra cui quello dove abitarono il pittore Domenico Morelli e lo scrittore Antonio Altamura, attiguo alla chiesa Secentesca che da allora fu dichiarata inagibile. Dopo cinque, lunghi anni, la situazione sembra sbloccarsi. Cittadini e associazioni, riuniti intorno al blog“SanCarloAlleMortelle” ideato dal giornalista Antonio Salzano, si riappropriano di quello spazio, chiedono pulizia e decoro, si attivano perché il Comune e il Fondo Edifici di Culto, proprietario della struttura, recuperino non solo la chiesa, ma l’intera zona circostante, una delle più antiche di Napoli,dove sorgevano storiche botteghe artigiane di proprietà dei religiosi Scolopi e Barnabiti, dove sorse la prima Accademia di Belle Arti (prima che questa si trasferisse a via Costantinopoli) e un Opificio delle Pietre Dure. Dove tutt’ora troviamo chiese, monasteri e edifici storici, dal Suor Orsola Benincasa al Palazzo Spinelli detto di Cariati, dalla chiesa di San Nicola di Tolentino alle Prigioni di Santa Maria Apparente, dove furono rinchiusi il pittore Francesco Altamura, il politico Carlo Poerio e lo scrittore e patriota Luigi Settembrini. Una delle zone più belle e ricche di storia di Napoli, che vi mostriamo in questo video:
                                   http://www.campaniasuweb.it/embedvideo/26521

LA CHIESA – Il “Poggio alle Mortelle” è, come si diceva, uno degli insediamenti più antichi di Napoli, a ridosso dei Quartieri Spagnoli e a due passi dalla collina di Pizzofalcone, dove sorgeva l’antica Palepoli, nucleo cittadino più antico della greca Neapolis costruita a valle e attraversata dalla celebre Spaccanapoli. I lavori di costruzione della chiesa di San Carlo iniziarono nel 1616 sotto la direzione di Giovanni Ambrogio Mazenta, padre barnabita che portò a Napoli il gusto barocco allora imperante della Milano del Seicento. L’edificio sacro è infatti ideato sul modello della chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia, che sorge nel centro storico del capoluogo meneghino. I lavori passarono poi sotto la direzione dell’architetto napoletano Giovanni Cola di Franco e, in seguito, dell’ingegnere ferrarese Bartolomeo Picchiatti, che a Napoli progetterà anche la chiesa di San Giorgio dei Genovesi. L’interno, a croce greca e con tre cappelle per lato, risente molto degli ammodernamenti Settecenteschi posti da Nicola Tagliacozzi Canale, che chiuse il portale laterale (nel Seicento aperto all’esterno) e aggiunse i sottarchi tra la navata e il presbiterio. La chiesa di San Carlo alle Mortelle racconta, quindi, almeno due secoli di storia napoletana, delle commistioni con altri gusti artistici e architettonici allora imperanti in Italia, degli antichi mestieri che si andavano forgiando tra le viuzze di Vico San Carlo e i gradini di Santa Maria Apparente, con artigiani e falegnami, pittori e scultori, famosi in tutto il mondo e contesi da signorie e reami fino alla Francia di Re Sole.
IL FINANZIAMENTO – Nel 2011 il Fondo Edifici di Culto del Ministero degli Interni riceve un finanziamento di 1,5 milioni di euro per il “consolidamento e il restauro della chiesa di San Carlo alle Mortelle”, come si legge in documento pubblicato da Arcus, società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo, afferente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. «Il progetto – scrive Arcus – si presenta come il consolidamento, il restauro e l’adeguamento impiantistico della Chiesa di San Carlo alle Mortelle, attualmente chiusa al culto a seguito di uno smottamento del terreno di fondazione, verificatosi nel settembre del 2009, che ha determinato l’apertura di tre grandi voragini, una delle quali interna alla stessa chiesa. Sono anche previsti il restauro delle parti decorative – cornici, fregi e lesene interne ed esterni – e il restauro di opere quali pavimenti artistici d’epoca, marmi degli altari, balaustre, di dipinti e statue». Centrale il ruolo dei cittadini e delle associazioni, che pochi mesi fa riescono a convocare un incontro pubblico svolto al Suor Orsola Benincasa, cui partecipa anche l’architetto Russo, del Provveditorato alle Opere Pubbliche. Fu in quella sede che l’architetto promise l’inizio dei lavori per l’estate 2014, anche se di impalcature e cantieri, per ora, nemmeno l’ombra. Ma Salzano non demorde: «Il 28 luglio si apriranno le buste per l’assegnazione dei lavori di ristrutturazione. Premeremo perché questi inizino a settembre, in contemporanea con il centenario della nascita di Antonio Altamura, che qui vicino abitò per gran parte della sua vita».
RECUPERO SOCIALE – Ma, come sottolinea anche Salzano, recuperare la zona del Poggio alle Mortelle non significa solo mettere mano a stucchi, decorazioni e fregi; significa anche restituire socialità a un luogo altrimenti degradato in pieno centro storico, dove i cittadini chiedono sicurezza, vivibilità e decoro, ma anche punti di aggregazione, spazi per condividere progetti ed esperienze. Dal “togliere i giovani dalla strada”, come si suol dire, attraverso le attività della parrocchia, al sentire un senso di appartenenza storico e culturale: la chiesa di San Carlo alle Mortelle è un luogo simbolo, una memoria storica che resistere e non vuole crollare assieme a quel pavimento del Settecento. «È ovvio che, in questo processo, i cittadini debbano trovare una macchina amministrativa più efficiente e veloce – sottolinea Salzano – la zona va riqualificata, e questi sono piccoli gesti che possono davvero contribuire in questa direzione. Il 18 settembre apporremo anche una lapide, accanto a quella dedicata a Domenico Morelli, sull’edificio attiguo alla chiesa. Vogliamo ricordare il centenario della nascita di Antonio Altamura, scrittore e letterato che tanto ha dato alla nostra città». Piccoli gesti, piccoli passi in avanti, che cancelleranno, si spera, l’obbrobrio di una chiesa Barocca attorniata da cassonetti ricolmi di immondizia e auto in doppia fila. 

25 Luglio 2014

(Ripubblico l'articolo ripreso su Campania web pubblicato lo scorso giorno 25 Luglio incomprensibilmente scomparso dal Blog)

martedì 22 luglio 2014

Noi ci stiamo



Al grido di Io ci sto  centinaia di persone collegate su FB, questo tanto bistrattato mostro che riesce a far parlare le persone anche senza conoscersi, hanno aderito alla proposta di aprire una libreria al Vomero, zona collinare di Napoli, per reagire alla chiusura di alcune librerie storiche creando un vuoto in un territorio ad alta densità abitativa.

La chiusura di punti vendita di libri è un fenomeno che non riguarda soltanto una parte della città e non solo questa città. 

La crisi riguarda anche il mondo dell'editoria in genere e le librerie nello specifico anche in considerazione che da tempo le grandi catene come Feltrinelli hanno dato un diverso assetto ai punti vendita creando spazi di lettura e di intrattenimento, luoghi di presentazione di libri e dischi, conferenze e dibattiti.

La mancanza di disponibilità economiche non ha consentito ai librai di investire e trasformare luoghi di sola vendita in spazi di cultura, di approfondimento e, non certamente ultimo, i canoni di locazione più accessibili a punti di ristoro e vendita di panini e patatine.

Ieri al grido di Io ci sto , migliaia di persone si sono date appuntamento in piazza fuga e via Cimarosa per festeggiare un avvenimento unico nel suo genere, una intuizione di Ciro Sabatino, Presidente di Io ci sto che può segnare l'inizio di una nuova era, un azionariato popolare che contribuirà alla rinascita culturale della città, abbandonando piagnistei e richieste di contributi pubblici che le casse dei Comuni svuotate da politiche scellerate dei vari Governi succedutisi in questi ultimi vent'anni non possono più soddisfare.

I cittadini, quelli del fare e non della sola denuncia o dei no-comunque, si riappropriano del diritto basilare di ogni comunità che voglia contare ed esserci, si riappropriano della cultura senza la quale non ci sarà Sindaco o Amministrazione delle più capaci che potrà risollevare le sorti della città che è stata faro della cultura nel Mediterraneo e centro di riferimento culturale d'Europa.

Ancora una volta registriamo che quando i cittadini sono chiamati per essere coinvolti su proposte e progetti concreti e di interesse collettivo per il bene comune, la risposta c'è e Noi ci stiamo


venerdì 4 luglio 2014

                Oltre  28.000 contatti

                              grazie

giovedì 3 luglio 2014

Dalle scale San Pasquale a Piazza Carlo III

(foto Ketti Martino)
Si è conclusa con la serata di stasera, VEDUTA LEOPARDI, sette incontri dedicati al Poeta di Recanati che Napoli custodisce tra i suoi più preziosi tesori.

Un omaggio dei poeti napoletani che si sono dati appuntamento per sette Giovedì di fronte a quella che è stata una delle abitazioni di Giacomo Leopardi, una manifesta nata su iniziativa di Costanzo Ioni per l 'Associazione Futura che da molti mesi sta focalizzando il proprio impegno per la rinascita dei Quartieri Spagnoli e del centro antico con un entusiasmo ed una partecipazione di giovani e meno giovani davvero straordinaria.

Veduta Leopardi per sottolineare come la vista che si gode dal Corso Vittorio Emanuele verso Palazzo Cammarota, seconda abitazione napoletana del Poeta dopo quella di via San Mattia, sia uno sguardo sulla città ricca di storia che di frequente i turisti incantati fotografano per carpirne immagini uniche  da portare a casa.

E su queste scale che dal Corso Vittorio Emanuele portano ai quartieri Spagnoli , Costanzo Ioni con l'Associazione Futura con il suo Presidente Ezio Aliperti hanno voluto realizzare un progetto apparentemente modesto ma carico di significato nell'ambito del Maggio dei Monumenti che l'Assessorato alla Cultura del Comune, nonostante la nota mancanza di risorse, ha attuato un nutrito e vasto programma di tutto rispetto.
(foto V.Villarosa)

L'evento si concluderà il prossimo Lunedi 7 presso l'Albergo dei Poveri in Piazza Carlo III con la bella voce e la chitarra di Francesco Cuomo  che ha accompagnato anche tutte le sette serate con le antiche melodie napoletane e la partecipazione di Ernesto Nocera, colui che ha allietato il finale degli incontri e che non mancherà di far ascoltare la sua voce con il suo canto appassionato anche per la serata finale.

Un evento che ha dimostrato,ove mai ce ne fosse stato bisogno, che quando vengono proposte iniziative valide e rientranti in un progetto più complessivo di recupero e valorizzazione della memoria storica di una città per preservarne e far conoscere il suo grande patrimonio, la partecipazione e la condivisione dei cittadini è certa e fortemente appassionata.     

martedì 1 luglio 2014

L'estate è appena cominciata

POGGIO DELLE MORTELLE/1 : lavori di ristrutturazione della Chiesa


+1

Ho già riferito nelle settimane scorse dell'incontro avuto con l'Architetto Russo del Provveditorato alle OO.PP. e dell'esito del colloquio.

E' quindi evidente che l'inizio dei lavori di ristrutturazione della Chiesa ormai chiusa da quasi cinque anni non avverrà oggi come ipotizzato dal  countdown che abbiamo voluto cominciare cento giorni fa forti delle dichiarazioni del citato dirigente in occasione dell'incontro tenutosi presso l'Università Suor Orsola Benincasa.

In verità l'Architetto Russo parlò di questa estate ma noi ottimisti irriducibili pensammo all'inizio astronomico della bella stagione , anzi a qualche giorno dopo.

L'estate è appena cominciata ma ora abbiamo voluto riprendere il conteggio... all'inverso per vedere quale giorno d'estate vedremo  aprire il cancello della Chiesa con l'installazione del cantiere e allora solo allora cominceremo a sperare in una conclusione positiva di una odissea senza fine sperando di non dover cantare i versi di una vecchia canzone dei Righeira ....l'estate sta finendo....